Le valutazioni dei critici

I più importanti critici d’arte del novecento hanno scritto e commentato e apprezzato le opere di Marcello Minotto. Tra questi Bonardi, Borgese, Dell'oro, Del Bono, Fattorelli, Giglio, Montanari, Nebbia, Negri, Passerella, Peracchio, Senesi, Viviani, Curzia Ferrari.

Di seguito una selezione dei commenti più interessanti
 
« Noi vorremmo dire al Minotto di coltivare il suo compiacimento per una grazia sorridente delle cose rappresentate, certi di vedere un giorno un'affermazione notevole e unanimemente riconosciuta, poiché ci pare che egli segua così la sua vera aspirazione »
(Luigi Passerella, Gazzettino di Venezia, 1935)
 
« Le sculture manifestano un forte temperamento. Minotto ha una personalità libera da ogni influsso. Un artista che siamo certi ingrandirà »
(Dino Bonardi, La sera, 1942)
 
« Il Minotto è scultore e sbalzatore. Se lo sbalzo per taluni è lavoro artigiano, per il Minotto è qualcosa di più e di meglio: egli non esegue il lavoro di puro sbalzo su disegno di altri, ma crea direttamente il soggetto che poi realizzerà nel rame e nell'argento »
(Giuseppe Negri, Lo scultore e il marmo, 1942)
 
« Laborioso artista veneziano, devoto cultore della grazia e dell'armonia e del gentile sentimento: nobili virtù espresse con dignità e passione »
(Raul Viviani, Il giornale dell'arte, 1948)
 
« Non a torto, nei 55 anni di attività artistica, Marcello Minotto è stato paragonato più volte ad un allievo di Donatello. Lo scultore Minotto infatti, "guarda al vero" per trarne una certa sintesi che però non sfocia nello stilismo »
(Romano Fattorelli, Lombardia Notte, 1976)
 
« Scultore di fama internazionale, Marcello Minotto ha fuso efficacemente il naturalismo al verismo, riuscendo a trasfigurare uomini, animali, cose, con slancio altamente poetico »
(Antonino De Bono, Arte più arte, 1978)
 
« L'arte di Marcello Minotto è pensosa e cristallina come i volti delle sue sculture di fanciulli »
(Emanuele Verdura, Milan International Art Exhibition, 1980)
 
« È abilissimo nel conferire raffinata esecuzione ai gioielli, nel trarre dall'argento degli sbalzi che paiono immateriali, tant'è etere la veste che dolce ricopre corpi e ammanta madonne e contadini ed operai »
(Antonino De Bono, La notte, 1980)
 
« Conta nella sua ricerca il valore lirico della visione, fondata su di una abilità tecnica formidabile. Egli ha rinnovato l'arte classica, innestandovi la ricerca psicologica del personaggio evidenziato nell’antica e saggia ritmicità della scultura greca-romana »
(Antonino De Bono, La notte, 1980)
 
« La scultura, condotta con mano esperta, alto mestiere è di genere realistico fino a toccare i vertici di una verità espressiva quasi provocatoria, sia nella figura completa sia nei busti per i quali la mimica facciale di serenità, di mestizia, di dolore, è tutto »
(Mario Portalupi, La notte, 1982)